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Con gli alunni della Scuola d’arte drammatica della puglia talìa.
Regia di Maurizio Ciccolella
Debutto 29 maggio 2016 presso Teatro Eden Via Appia 98 Brindisi
Replica con nuovo allestimento e cast 5 gennaio 2017 presso Teatro Eden Via Appia 98 Brindisi
Quanti problemi si risolverebbero se si disponesse di un “filtro magico” che al risveglio facesse innamorare della prima persona vista? Questa, una delle invenzioni, assurde e perciò interessanti, del grande William Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate”.
Il mondo magico irrompe nella vita reale: per i personaggi durante il sonno; nella drammaturgia di continuo, creando un doppio binario della storia, magico e realistico. Il mondo sovrannaturale sta a quello reale come l’Inconscio all’Io. Un mondo sommerso, quello magico, che, nella notte dei sensi e della consapevolezza, agisce, sul mondo consapevole. Il sogno, attraverso l’azione della magia, non è inerte. Produce un cambiamento nella realtà, nella quale i personaggi si muovono dominati da nuove passioni per poi ritornare nella circolarità degli eventi alla condizione iniziale ma migliorata.
Sarà il filtro magico dell’amore, spremuto sulle palpebre di chi dorme, a modificare i sentimenti dei personaggi dopo il risveglio. Passati gli effetti della “droga” tutto si posiziona in un nuovo e migliore ordine.
A questo tema, che forse fu unico nel momento in cui fu proposto, si aggiungono altri temi più comuni del teatro: l’amore, la famiglia, l’amicizia. Temi già sentiti, ma trattati con una cifra sempre altissima (basti pensare all’amore come possessione) e pregna di ironia. Nel Sogno di Shakespeare l’amore non è certamente il sentimento romantico e perfetto, tutt’altro: quello che unisce gli uomini con le donne sembrerebbe un gioco di potere e di ruoli, mentre quello che lega le donne tra loro, ad esempio Ermia ed Elena, è caratterizzato da elementi più vicini alla sfera sentimentale positiva. Così Shakespeare produce una critica ai rapporti fondati sul potere; anzi contesta l’iniquità e l’imposizione, esaltando la libertà e il coraggio.
Nello spettacolo si ride ma sottilmente si può anche riflettere, se si vuole. Questa opzione è nella grandezza del suo autore che padroneggia le parole e le convenzioni teatrali in modo unico. Chi legge Shakespeare nella sua chiave connaturale, quella drammaturgica, comprende quanto l’autore conosca il pubblico e ogni artificio linguistico per sortire qualsivoglia risultato. Un linguaggio che si riconosce tra tutti, pieno di metafore, che sono la vera palestra per gli alunni attori in scena.
Nell’alternanza sogno/magia – mondo reale, sebbene labile ma comunque definita, il gruppo di artigiani, capitanato da Bottom in una improbabile compagnia teatrale, è il riferimento più forte al mondo concreto. Per questa ragione, la regia di Maurizio Ciccolella ha scelto una trasposizione linguistica dialettale delle loro battute, che, fortuna vuole, pescano da almeno quattro dialetti diversi, grazie alle quattro provenienze diverse degli attori. Questa compagnia “scapestrata”, che metterà in scena un ridicolo e amatorialissimo spettacolo per le nozze di Teseo, non segue solo la formula del “teatro nel teatro”, è anche la parodia delle situazioni vissute dai personaggi della commedia, che in quel momento sono spettatori dello spettacolo. Una sorta di metateatro tridimensionale.
Shakespeare è tra gli autori più rappresentati nel teatro occidentale, sebbene si dica sia molto cinematografico per i continui cambi di luogo. Per questa ragione la messa in scena stravolge il teatro, creando in tutto lo spazio diversi luoghi di azione degli attori, sovvertendo anche la posizione scena-platea.
Lo spettacolo per il suo debutto è inserito nella rassegna Art’n Heart del Teatro Eden patrocinato dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese, dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi e dalla Provincia di Brindisi.
Lo spettacolo ha il patrocinio anche del Rotary Appia Antica di Brindisi.
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